Io da un po' di tempo a questa parte procedo così quando voglio rendere sicuri dei passaggi veloci impegnativi: mi assicuro che il passaggio sia assolutamente perfetto a livello motorio quando viene suonato lento. Procedo con il suonare il passaggio al tempo a cui vorrei arrivare, e, consapevole del fatto che ancora non sono in grado di suonarlo, ne approfitto per far caso a cosa sto facendo di diverso rispetto a quando suono lento. Una volta individuati i difetti, che generalmente si concentrano su piccoli gruppi di note, divido il passaggio in piccolissimi gruppi (parliamo di gruppi di dimensione da 2 a 8 note, non di più), e mi assicuro di essere in grado di suonare direttamente a tempo ogni singolo gruppo. Nei singoli gruppi, per portarli a velocità, posso ricorrere ad alcune strategie addizionali, come le varianti ritmiche. Una volta che ogni gruppo è perfetto al tempo a cui vorrei arrivare, provo ad unire i gruppi, due gruppi per volta, poi 3 gruppi per volta e così via finché riesco a suonare il passaggio a tempo. Ma ora che so suonare il passaggio a tempo non mi fermo, non lo do per concluso: torno di nuovo a farlo lento, e solo ora inizio a fare una scalata metronomica, con andamento logaritmico (in altre parole, man mano che mi avvicino alla velocità obiettivo, rendo più vicini gli step del metronomo, invece che aumentarli sempre in maniera costante).
Procedere in questo modo mi permette di avere un controllo molto più solido e duraturo del passaggio in velocità. Se è un passaggio particolarmente impegnativo, potrebbe essere necessario ripetere l'intero il procedimento più volte nell'arco di una settimana.
Preciso che questo metodo ha senso solo se si è in grado di trovare una sequenza di movimenti perfetta quando si suona lenti, ed è di conseguenza consigliabile solo quando si è già arrivati a un certo grado di perfezione tecnica, purtroppo.