La mia esperienza personale è un po' particolare... infatti fin da piccolo andavo a lezione di piano ben 3 volte a settimana (era un'insegnante del posto che costava pochissimo, e i miei mi mandavano volentieri). Ovviamente, essendo piccolo, non studiavo mai, e quindi dovevo leggere tutto lì per lì. Questo mi ha permesso di sviluppare la lettura, tanto che per me è il contrario di tanti altri: a parte la fatica che faccio per memorizzare un brano, ma mi sento molto meno sicuro (mi sento un trapezista senza rete!) se lo eseguo a memoria che non con la carta davanti. E' chiaro che certi passaggi bisogna saperli a memoria, ma non ritengo assolutamente indispensabile sapere a memoria ogni pezzo che si esegue, come invece altri pianisti che ho conosciuto. Non ho mai pensato di fare il concertista, e vedo che adesso se prendo in mano un pezzo che è da molto che non suono, bastano poche riletture per riportarlo "a regime". Cosa voglio dire? Che sia la lettura sia l'imparare a memoria sono capacità utilissime, così come il saper improvvisare, il saper accompagnare... e non ci si deve sentire pianisti "di serie B" solo perché non si sa bene una di queste cose. L'importante è trasmettere qualcosa, emozioni, a chi ci ascolta e poco importa se lo si fa con la carta davanti o meno, questo è il mio pensiero. Come capita spesso, uno che ha una buona lettura a prima vista si cruccia perché fa fatica a imparare a memoria, uno che esegue bene la musica classica si cruccia perché non riesce a improvvisare... e viceversa!
Massimo