L'argomento è complesso, ma una cosa la posso dire con certezza: la memoria cinetica, quella che sta nelle mani per intenderci, è la più labile, perché si basa sulla meccanizzazione di alcuni movimenti, sulla ripetizione, e quindi perdura soltanto fintanto che continuiamo a ripetere quei movimenti, una volta abbandonato il brano per un po'... la memoria se ne va, non ce lo ricordiamo.
Non so dirvi cosa intenda Chang con
suonare mentalmente, dato che io non ho letto quel libro, ma ne ho letti molti altri e credo si riferisca alla stessa cosa.
In pratica la sintetizzo così. Il M° Aldo Ciccolini in un'intervista mi ha spiegato che prima di sedersi al pianoforte sarebbe necessario conoscere il pezzo, studiarlo sulla partitura, capirlo e suonarlo solo quando si è in grado di ricordarlo, così da concentrarsi sul meccanismo e sull'interpretazione e non sulla memorizzazione che spesso induce all'errore.
Il M° Carlo Grante nel suo "Criteri primari di metodologia pianistica" ha ampiamente spiegato le modalità per una corretta esecuzione specificando che a monte ci sarebbe proprio una conoscenza totale e assoluta del brano. In pratica riuscire ad eseguire mentalmente nota per nota il brano, non canticchiarlo, ma memorizzare la struttura, le singole note, il meccanismo che sta nelle mani e suonarlo idealmente senza bisogno di un pianoforte davanti. Come si fa?
E' molto difficile, si presuppongono conoscenze perfette della teoria, dell'armonia, un esercizio quotidiano e faticoso e uno studio del genere, che si concentra sul singolo brano, crea necessariamente dei limiti poi alla creazione di un repertorio. Ma si può acquisire comunque una buona metodologia mnemonica anche in maniera meno assoluta. L'importante è partire sempre dalla partitura, dal testo scritto.

Io non ho memoria, non imparo mai i brani di musica classica. Diverso per il jazz, che ora studio, in cui devo per forza conoscere l'impianto armonico a memoria per armonizzare un tema e per improvvisare. Là utilizzo un sistema di individuazione della tonalità in primo luogo e poi della progressione di accordi per gradi (II - V - I ad esempio) nel brano. A quel punto non posso dimenticare il brano, ho tutti gli elementi.