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ma questo?:https://www.pianosolo.it/esercizio-n16-beyer-op101-lezione-n20/Io sono al n.23.
Se sei davvero all'inizio ci sono alcuni meccanismi che devono mettersi in moto. E ciò richiede tempo, purtroppo.
Anche perchè c'è il problema della lettura, nonostante la semplicità degli esercizi.
Ti dico come approccio io gli esercizi, senza alcun intendo didattico, ovviamente
. E' semplicemente il mio modo di studiare l'esercizio.Il presupposto è che si abbia una conoscenza almeno di base del rigo musicale e soprattutto del solfeggio.
1. leggo le note in chiave di violino e poi quella di basso (che in questi primi esercizi è sempre di violino). L'indispensabile per riconoscerle. Non oltre.
2. Prima senza metronomo e poi con metronomo a
velocità molto bassa suono il brano in chiave di violino e poi la chiave di basso, separatamente. Una o due volte, non di più. In questa fase non mi interessa l'interpretazione e le indicazioni. Si tratta di concentrarsi sulle note. Ciò che faccio è leggere la nota (
consapevolmente) e poi suonarla (
consapevolmente). Cioè il cervello deve razionalizzare che leggo un DO e suono DO sulla tastiera.
3. Finito il lavoro a mani separate. Deve essere abbastanza rapido. Si passa a mani unite ( e cambia tutto).
3.1 Leggo le note contemporaneamente nelle due chiavi. Sui singoli movimenti e dalla chiave di basso a quella di violino. Quindi, per l'esercizio 16 la lettura che faccio sarà: (do-do) mi (sol-re) fa (do-mi) do ... etc. Ripeto più volte finchè la lettura
sui due righi contemporaneamente e ad occhio è abbastanza spedita.
3.2 Senza metronomo provo a suonare "le note" sui due righi. Ancora una volta,
In questa fase non mi interessa l'interpretazione e le indicazioni. Si tratta di concentrarsi sulle note. Ciò che faccio è leggere il pentagramma come al punto precedente sui due righi contemporaneamente (consapevolmente) e poi suonare i due righi musicali (consapevolmente). Cioè il cervello deve razionalizzare che leggo un (do-do) e suono (do-do) sulla tastiera. Ripeto una o due volte.E qui finisce il "training".
4. Senza metronomo (quindi lentissimamente) provo a legge e suonare (
consapevolmente) e curando le indicazioni dello spartito. Questa volta, però, senza guardare la tastiera. Si guarda solo lo spartito. L'automatismo delle mani dovrebbe esser venuto dai punti precedenti. Fino alla risoluzione dell'esercizio, la tastiera non la guardo più. In questa fase non seguo pedissequamente il solfeggio. Quindi capita che mi inceppo. In tal caso suddivido l'esercizio in parti e le studio (sempre punto 4) separatamente finche non vado speditamente. L'importante è che ogni parte contenga l'inizio della parte successiva.
5. Quando l'esercizio mi riesce senza intoppi (a velocità tartaruga e senza metronomo), inizio col metronomo a velocità crescente fino alla velocità indicata. In questa fase l'esercizio deve essere fatto per bene e senza errori.
NB. Durante l'esecuzione Leggo lo spartito
consapevolmente fino a velocità 80 circa di metronomo alla semiminima. Più veloce al momento non riesco. Mi sono reso conto, infatti, che a velocità superiore ciò che faccio non è leggere consapevolmente bensì
leggere a memoria (a furia di ripetere, infatti, impari a memoria). Quindi, preferisco
seguire lo spartito piuttosto che leggerlo a pappagallo.
6. Una volta che porto l'esercizio a velocità, e bene, lo provo qualche volta senza metronomo curando l'interpretazione.
Spero che troverai qualche suggerimento utile.