Il cuore di Pianosolo > Tecnica
Dolori al polso...
Sandanrnw:
Come suggerito da Pianoth, ripropongo nella giusta sezione il problema di cui ho parlato già nel mio topic di presentazione (con le dovute correzioni ;D ;D ;D).
Dunque...
Facendo gli esercizi dell'Hanon, mi capita quasi sempre alla sola mano sinistra che:
-finito l'esercizio, mi faccia male il polso;
-quando suono con le dita 3-4-5 (e non il contrario... :-X :-X), ho il dito indice verso l'alto (non dritto come se stessi indicando, leggermente curvo).
Forse, potrei tenere i muscoli in tensione mentre suono, e proprio per questo succede quanto ho detto. O ancora, penso che potrebbe essere perchè per anni ho suonato con la mano destra e poi ho aggiunto la sinistra, curando quindi molto, molto di meno le posizioni che assumo con quest'ultima.
Cosa ne pensate? Secondo voi, a cosa sono attribuibili queste due "stranezze"? Cosa posso fare affinchè non accadano più?
Ps. A questo punto ne approfitto e faccio una domanda che, sicuramente, avrete sentito in altre mille salse...tralasciando la loro utilità per lo sviluppo della tecnica, gli esercizi del pianista virtuoso sono utili per cercare di migliorare la velocità se svolti sempre in quartine con bpm via via maggiori?
Pianoth:
Non sono riuscito a recuperare il topic perso del 2016, pazienza. In ogni caso, il dolore al polso è piuttosto comune (ciò non toglie che va eliminato), può dipendere dal modo in cui ti siedi al pianoforte, il modo in cui articoli, se arricci le dita, isolamento del polso (difficile da spiegare in poche parole), eventuali abitudini a tenerlo troppo basso o troppo alto e molte altre possibilità (più o meno riconducibili a queste). Ti capita solo nell'Hanon, o anche quando suoni altre cose? Se sì, che tipo di cose? Comunque questo dolore al polso può essere anche causato dallo stesso secondo problema che hai descritto, quindi direi di focalizzarsi più su quello.
Innanzitutto assicurati di avere chiara idea di come dovrebbe essere la mano al pianoforte. Per saperlo basta che ti alzi, con le braccia rilassate, e fai qualche passo. La posizione naturale in cui si trova la mano, si trova il polso, e si trova l'avambraccio, è esattamente quella che dovranno avere al pianoforte, solo che le mani hanno il palmo rivolto verso il corpo. Di conseguenza, per posizionare la mano sulla tastiera, sarà necessario un movimento di rotazione dell’avambraccio. È importante osservare ciò, perché può capitare di non ruotare abbastanza, specialmente nella mano sinistra, trovandosi con la mano leggermente storta. Questo potrebbe essere un altro motivo per il quale l’anulare e il mignolo talvolta danno l’impressione di essere più deboli, perché quando si ha la mano storta in questo modo, non ha il supporto della mano e dell’avambraccio, e potrebbe anche essere la causa del tuo problema all'indice.
Quale sia la causa del problema comunque non importa e non lo posso certo sapere con certezza. Direi di verificare innanzitutto se, anche in questo caso, avviene solo nell'Hanon o anche in altre cose. Direi di controllare specialmente nelle scale che conosci (anche se sarebbe meglio verificare con almeno 2 ottave) e nei 24 pezzi da Anna Magdalena.
Il fatto che possa avvenire solo nell'Hanon naturalmente non ne riduce la gravità. Direi di tornare a velocità più lente, anche molto più, prestando massima attenzione alla sinistra, controllando se ogni tasto che premi senti tensione nell'indice, e cercando di sciogliere subito la tensione (senza lasciare il tasto, ma anche senza forzare le posizioni, insomma tieni sempre a mente la posizione ideale della mano che ti ho spiegato più sopra). Fai qualche esperimento e fammi sapere, al momento non ho tempo per aggiungere altro.
Pianoth:
Ok, appena tornato da alcune visite mediche. (Non sono un medico, anche se talvolta posso sembrarlo da come scrivo, sono il paziente hahahaha)
--- Citazione ---A questo punto ne approfitto e faccio una domanda che, sicuramente, avrete sentito in altre mille salse...tralasciando la loro utilità per lo sviluppo della tecnica, gli esercizi del pianista virtuoso sono utili per cercare di migliorare la velocità se svolti sempre in quartine con bpm via via maggiori?
--- Termina citazione ---
Gli esercizi dell'Hanon appartengono a una scuola di tecnica superata da molti decenni ormai. Considera che le moderne tecniche scientifiche mettono totalmente in discussione già solo il fatto che abbiano una utilità per lo sviluppo della tecnica. Sai perché sono ancora molto in uso? Perché sono semplici da leggere, tengono le mani occupate, spegnendo piano piano il cervello (essendo esercizi molto sistematici e simmetrici), e sviluppano i muscoli delle dita quando vengono fatti con articolazione molto accentuata. Tuttavia, a mio avviso, è un controsenso, in quanto quello che fai a quel punto è quello che devi assolutamente evitare di fare quando vai in velocità. Infatti, metti che non riesci ad andare veloce nelle scale, poi pratichi un po' l'Hanon ed ecco che riesci ad andare veloce. Cosa ti assicura che ora stai eseguendo la scala nella maniera più efficiente? Il punto del discorso è che bisogna risolvere i problemi localmente, dalla vera base della tecnica pianistica, cadute, articolazioni, scale, arpeggi e solo successivamente altri elementi di tecnica. Perché le scale e gli arpeggi sono veramente utili e gli esercizi no? Perché in realtà, una volta che hai studiato tutte le scale e gli arpeggi, quasi qualunque frase melodica non sarà altro che formata da frammenti di scale e arpeggi. La maggior parte degli esercizi o degli studi invece, non provocano danni magari, ma spesso non risolveranno neanche il problema che cercano di trattare. Inoltre, fare esercizi ripetutamente è probabilmente ciò che fa annoiare i bambini e perdere la motivazione. È una perdita di tempo e concentrazione, alcuni suggeriscono perfino di leggere un libro mentre si fanno esercizi tecnici, perché si cerca effettivamente solo di sviluppare i muscoli. Uno dei motivi per cui si assume di non avere talento è dovuto alla grande perdita di tempo in esercizi, nella speranza di risolvere problemi tecnici che non saranno mai risolti grazie ad essi.
Detto ciò, in generale, il metodo di aumentare molto gradualmente il metronomo funziona per ottenere velocità, anche se va idealmente impiegato in più sessioni (ad esempio in una sessione arrivi da 60 a 90, poi da 70 a 100, poi da 80 a 110 e così via). Tuttavia è molto importante che ogni volta che aumenti il metronomo senti il pieno controllo della velocità. Nel momento in cui senti che stai spingendo velocità, vuol dire che tutte le velocità al di sopra di quella saranno sempre più impegnative, quindi non ha senso andare molto avanti. Non sto dicendo che non bisogna spingere la velocità neanche un po', ma bisogna sfruttare la possibilità di dividere lo studio in sessioni. Ad esempio metti che a 95 di velocità senti che spingi di velocità in qualche esercizio. Allora la mattina del primo giorno provi a studiarlo gradualmente da 60 a 90, poi la sera provi da 70 a 100 verificando come te la cavi quando spingi un po', poi la mattina successiva vai da 75 a 105, poi la sera da 80 a 110 e così via piano piano cercando di non spingere mai troppo, ma senza neanche mai tornare troppo indietro (direi però che le sessioni devono sempre partire da una velocità inferiore a quella in cui senti che spingi però). Poi aumentare gradualmente anche andando di 2 alla volta, e considera che nel caso degli esercizi dell'hanon non è particolarmente importante che li fai dall'inizio alla fine essendo molto ripetitivi meccanicamente, è sufficiente che pratichi un po' della prima parte dell'esercizio e un po' della seconda parte, siccome tutti i primi esercizi dell'Hanon sono strutturati così.
Sandanrnw:
Grazie mille per entrambe le risposte, Pianoth! Suppongo tu sia uno tra i "grandi" del forum.
--- Citazione da: Pianoth - Giugno 01, 2017, 09:29:44 am ---Direi di verificare innanzitutto se, anche in questo caso, avviene solo nell'Hanon o anche in altre cose. Direi di controllare specialmente nelle scale che conosci (anche se sarebbe meglio verificare con almeno 2 ottave) e nei 24 pezzi da Anna Magdalena.
--- Termina citazione ---
Ho provato già altre volte, come dici tu, per cercare di capire meglio anche da solo di cosa si trattasse. Questo problema ce l'ho solo con gli esercizi dell'hanon. L'unico altro caso in cui io abbia avuto problemi del genere è con l'inizio della 5 sonatina di Clementi, quella nel Cesi-Marciano 2, di cui ho provato (invano, per l'appunto) la prima frase.
Con le scale non ho problemi, lo stesso con Bach; tuttavia, avendo provato, come hai detto tu, a porre massima attenzione alla mano, mi sembra che il polso sinistro sia più in alto del destro. A questo punto, vedrò di eliminare quest'errore di postura e vedere come va; potrebbe essere proprio questo il problema, come hai detto tu stesso. Vorrei caricare delle foto, per far vedere a te che certo ne sai di più.
--- Citazione da: Pianoth - Giugno 01, 2017, 11:03:21 am ---Gli esercizi dell'Hanon appartengono a una scuola di tecnica superata da molti decenni ormai. Considera che le moderne tecniche scientifiche mettono totalmente in discussione già solo il fatto che abbiano una utilità per lo sviluppo della tecnica. Sai perché sono ancora molto in uso? Perché sono semplici da leggere, tengono le mani occupate, spegnendo piano piano il cervello (essendo esercizi molto sistematici e simmetrici), e sviluppano i muscoli delle dita quando vengono fatti con articolazione molto accentuata.
--- Termina citazione ---
Allora mi consigli di dedicarmi alle scale (e magari iniziare gli arpeggi, di cui so solo la teoria), piuttosto che continuare con l'Hanon? a dire il vero, non lo trovo particolarmente..."divertente", quindi se posso eviterei un sacrificio inutile di tempo e concentrazione. Mi sembrano validi anche i canoni di Kunz per la tecnica, non so se condividerai.
Pianoth:
Non mi piace ritenermi un "grande", ma sono sicuramente uno dei più attivi e specializzato in tecnica pianistica (nessun titolo ufficiale ma ho i miei studi). Personalmente credo che sia molto più utile arrivare a suonare tutte le scale a 4 ottave piuttosto che arrivare suonare i primi 31 studi dell'Hanon. Tuttavia, nello studio da autodidatta (o anche quasi autodidatta, cioè con lezioni molto occasionali), non avendo l'opportunità di qualcuno che ti dice se più o meno ti muovi bene, l'Hanon può comunque avere un suo senso. Non ti porterà a fare movimenti giusti magari, ma svilupperà un minimo dei muscoli che ti potrebbero portare ad avere un poco poco più facilità anche senza essi. Quindi, a questo punto, più che eliminarlo totalmente, se ti sembra che possa esserti di aiuto, puoi semplicemente ridurne lo studio. Quello che è importante, è che, in qualunque momento, se provi dolore, vuol dire che c'è qualcosa che non va: ti fermare per un attimo, non mettere le mani al pianoforte prima di un paio di minuti, o fin quando è passato qualunque dolore sia. Il pianoforte non è una palestra, è uno strumento, ricordalo.
Riguardo i canoni di Kunz, diciamo che la maggior parte sono piccoli esercizi di coordinazione... Di certo salterei almeno i primi 35, che sarebbero utili solo per chi parte proprio da 0 con un insegnante al limite (ma penso che a quel punto ci sarebbero un'infinità di alternative più interessanti). Puoi continuarli certamente, se li trovi gradevoli. Bartòk quasi sicuramente è ancora più utile e istruttivo, ma se non sei nella sua mentalità potrebbe piacerti di meno (oltre al fatto che sono presenti esercizi a 4 mani che naturalmente non puoi realizzare pienamente a meno che hai qualcuno che fa l'altra parte).
Comunque sì, dedicati alle scale, gli arpeggi li introdurrai con calma, studia della teoria musicale se puoi, studia Bach sicuramente, Bartòk se ti piace, Kunz se ti piace, e altri brani di qualunque tipo che trovi che ti piacciono.
Ah, per l'inizio della quinta sonatina di Clementi per il momento non ti preoccupare, cerca per il momento di eliminare il problema dove l'hai individuato, quindi nell'Hanon (quindi non lasciarlo ancora sicuramente per ora, risolvi prima il problema). Con calma, fai qualche esperimento e non correre, spesso i problemi richiedono giorni (per non dire settimane, mesi o anni) per essere risolti.
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