Lo studio numero 4 dell'opera 120 di Duvernoy è abbastanza difficile, rispetto ad altri della stessa raccolta. Senza dubbio è molto utile per perfezionare la tecnica degli arpeggi.
L'estensione della tua mano mi sembra assolutamente adeguata, se riesci ad aprirla fino all'intervallo di nona. Il problema è piuttosto l'estensione tra le singole dita: senza dubbio è un fatto di elasticità che si sviluppa progressivamente (ed eventualmente, anche con esercizi appositi).
Ma il problema principale è lo scarto tra i tasti, che alterna l'intervallo di terza e quello di quarta nel singolo arpeggio, ed inoltre l'intervallo di quinta o di sesta per iniziare l'arpeggio successivo.
Altro problema è fare attenzione a non irrigidire l'avambraccio nella successione dei movimenti, che peraltro può essere favorita da un appoggio sul primo suono di ogni quartina.
Nel corso del pezzo ci sono situazioni anche più semplici, ad esempio alle battute 5-7 (ripetizioni di formule su posizioni stabili); e situazioni che metto in movimento la mano sinistra (ad esempio le battute 2 e 4), che per molti pianisti è meno agile della destra (ad alcuni però accade il contrario).
Ti consiglio perciò di studiare ogni singola quartina col primo suono della successiva, anche accelerando la velocità, in modo da controllare sia lo scarto tra i tasti sia l'appoggio sul primo suono della quartina.