La Berceuse op. 57 era (adesso non saprei...) prevista nel programma di compimento medio (VIII anno) di pianoforte, ed io cominciai a studiarla subito dopo il V anno. Sono d'accordo che 4 mesi siano forse pochi, ma credo il problema sia un altro: alcuni amici di questo post ironizzano quasi sulle doppie terze e seste di questo brano. OK, ma il problema vero è il tipo di tecnica da usare. Mi spiego: io scelsi proprio la Berceuse (la mia insegnante ne fu molto incuriosita...) perché detestavo la popolarità della Ballata n. 1, intesa da tutti, proprio tutti, i miei compagni di studio come occasione per far sfoggio di bella tecnica, specie nel "Finale". Ebbene, io tendevo ad altro, amavo l'eleganza di Magaloff e la delicatezza di Kempff (che a parer mio ci ha consegnato la più bella Berceuse mai sentita). Quelle doppie terze non sono da eseguirsi in "sveltezza", ma in eleganza. E' l'eleganza del tocco che fa la differenza di quelle terze e seste. Il problema è lo stesso, ad esempio, per gli Studi di Chopin: Pollini o Ashkenazy? Entrambi, ma a seconda del caso. Negli studi op. 10 n. 12 e op. 25 n. 12 Pollini, pianista di potenza, è inarrivabile. Negli studi op. 10 n. 2 e op. 25 n. 6 (doppie terze) Ashkenazy, pianista di eleganza, è semplicemente sublime. Ecco il problema. Prendi in mano la Berceuse, e se acquisirai quella finezza che essa ti chiederà, sarà una delle tue più grandi conquiste sulla tastiera! Buon Lavoro.

ps: per Kempff vai su
http://www.youtube.com/watch?v=dsKxP_4byAk