Carissimo Domenico (... ringrazio anticipatamente Antares per avermi chiamato in causa)...
Carissimo Domentico,
riesci in poche righe a porre tanti quesiti. vediamo di fare un po' di ordine.
1] intanto fai bene a non adoperare una versione facilitata del brano, perché in musica l'appetito vien mangiando, nel senso che se non ti confronti una volta o l'altra con una brano "vero" rischi di non andare mai avanti, apprezziamo dunque tutti il tuo coraggio e la forza di volontà.
2] il brano che stai studiando dovrebbe essere un Corale, e Antares sa bene che i Corali di Bach nella trascrizione Busoni si farebbero al 10° anno. ma non intimorirti perché questa è solo una catalogazione che non stabilisce che i Corali di bach siano tanto difficili che sia impossibile affrontarli prima di allora. continua nel tuo studio.
3] per il discorso "doppie note" ci sono in verità degli esercizi - e molti - su tanti libri per la tecnica pianistica, ad esempio, potresti provare a studiarle a due a due: cioè passando rapidamente da una doppia terza ad un'altra, e poi un'altra ancora e così via....
4] le mie congratulazioni: perché intuitivamente hai applicato al tuo studio un principio fondamentale della tecnica pianistica; quello della "preparazione" delle dita. mi spiego: ciascuna delle 10 dita non deve mai stare in "ozio" dopo aver fatto la sua parte, ma deve immediatamente porsi nella posizione più vicina alla nota che dovrà eseguire successivamente. è un po' il concetto della catena di montaggio, in cui ogni operaio esegue un "gesto" e si prepara immediatamente ad eseguire il gesto successivo... permettendo a tutta la squadra (le 10 dita) di giungere al prodotto finito... questa tecnica è alla base dell'esecuzione di autori considerati da molti "difficilissimi" come Liszt (chiedi ad Antares) e Prokof'ev. Ma la loro difficoltà non è spesso reale, ma data solo da una scarsa organizzazione delle 10 dita. rendo l'idea?
proprio Antares sta affrontando adesso lo Studio trascendentale n. 1 di Liszt che richiede all'interprete la capacità di organizzare il lavoro di ogni dito in un tempo rapidissimo... sei perciò sulla strada giusta.
la tecnica della preparazione delle dita ti permette inoltre, col tempo, di sviluppare una memoria "prossemica", cioè di memorizzare non tanto le note ma - piuttosto - gli spazi che ci sono fra una nota e l'altra. questo è un bene, in quanto in certi brani non sempre è possibile - data l'alta velocità - leggere tutte le note mentre si suona, e allora si memorizzano le "posizioni" delle dita e della mano, proprio come comincia ad accadere a te.
ti sei accorto che non sempre puoi leggere le note, ma che puoi memorizzare il percorso delle tue dita sulla tastiera. benissimo!!!