Certo che è un bel pasticcio definire una cosa con un nome che per secoli è stato usato per un'altra... ad esempio, intendere do5 come triade eccedente, come indicato nel sito citato, confonde parecchio le idee. Nella nomenclatura classica, la numerazione aveva un significato evidente: 5 indicava l'intervallo di quinta, un segno aggiunto (5#) indicava la quinta eccedente. E così 6 indicava l'accordo di terza e sesta, mentre 56 indicava l'accordo con quinta e sesta (quello che sul sito è indicato col termine "sesta aggiunta").
Non sono d'accordo per il semplice fatto che da un lato non si usavano siglati (come i jazzisti), al massimo puoi trovare IV5 e forse ancora meglio IV35 in qualche tecnica di analisi. Se stai pensando al basso continuo invece la questione cambia, intanto la quinta non era indicata quando giusta, per cui al massimo trovi 3 e notare, a prescindere dal modo. Solo alcuni bassi cifrati indicavano 3b per indicare il modo minore.
Sicuramente posso dire che per quanto riguarda il Jazz c'è una troppa varietà di "nomenclature", io preferisco eventualmente C5# per do maggiore con la quinta alzata che C5, per me ridondante, proprio per lo “scontro” con la logica intervallare.
Dato però che l'impostazione del post iniziale non lascia supporre ad un basso continuo a qualche tecnica di analisi, penso che sia meglio orientarsi al tipico siglato della musica jazz o meglio ancora, forse l’autore del topic pensava al mondo pop.
Per cui o uno dice che Do5 non si usa o si da una giustificazione referenziata (abbiamo visto che dei testi ne fanno cenno). Del resto non c'è scritto da dove è presto l'elenco fornito in principio e tanto meno al contesto al quale è riferito.
Per cui per me in un contesto classico Do5 non ha motivo di essere giustificato, non esiste...e inoltre nessuno fa un'analisi seria della musica tonale scrivendo le sigle degli accordi, anche perchè sapere che siamo su un accordo di do maggiore non da nessun valore aggiuntivo.