7
« il: Gennaio 08, 2013, 09:05:13 am »
Posto e parto come premessa da un intervento in altra sezione di Pasquale Misseli (mi sembra di ricordare, mi scuso se sono impreciso):
"Partire subito con le invenzioni a 2 voci di Bach mi sembra esagerato. Io sto studiando la n. 1 da diversi mesi e ancora non ho acquistato quella sicurezza necessaria per poterla eseguire senza commettere errori. Non riesco a seguire bene tutte le note, e le mani vanno per conto loro, e così non va bene perché non ho la piena consapevolezza di quelle che sto facendo e quindi continuo a sbagliare, e non sempre nello stesso punto."
per rivolgere ai più esperti il seguente dubbio, io credo di suonare, anche gli esercizi alla fin della fiera, stimolando - forse più inconsciamente che altro - le mani ad andare per i fatti loro, un pò come quando si guida o per essere più precisi quando si segue un percorso noto in auto (mica si pensa "ora c'è una curva a destra che devo prendere in 3^ ecc."), questo comporta che le mani dopo un pò vanno da sole, è una goduria, e se sbaglio qualcosa in genere me ne accorgo subito comunque. In linea di massima credo che sia un'accorciamento dei tempi per mettersi in grado di eseguire diversi pezzi senza impegnarTi mentalmente più di tanto, infatti io ho dei tempi di messa a punto del pezzo (esercizi per adesso più che altro) abbastanza lenti (butto li il pezzo, lo eseguo, limo qualcosina, poi quando mi annoio o quando devo tenere troppo a lungo la concentrazione, che inizialmente non mi pesa, cambio pezzo o esercizio) ma poi ci arrivo comunque a farli e magari nel frattempo ho già iniziato a fare altri esercizi e pezzi (in questo modo l'oretta o 2 che dedico al pianoforte mi passa in fretta e senza annoiarmi o stancarmi). Certo che, se anche quando il pezzo è quasi memorizzato, provo nel mentre lo eseguo a controllare cosa sto facendo la cosa mi risulta difficile e spesso commetto anche errori di esecuzione che se fossi andato di sole mani non sarebbe successo. Da una parte mi chiedo ma perchè controllare cosa stai facendo se lo stai facendo bene? Infatti anche guidando se mentre guido dico a chi mi sta vicino cosa sto facendo (tipo, adesso scalo la marcia ed entro in terza nella curva a dx, poi appena intravedo l'uscita accelero e metto la quarta) inevitabilmente la mia performance diventa scadente.Dall'alta mi chiedo e se invece questo iniziale appesantimento mi servisse per andare poi più spedito e sopratuttto avendo sempre il controllo di quello che sto facendo? Non so credo di non essere portato per un tipo di studio del genere ma mi piacerebbe sapere che forse una via mi mezzo è possibile ma nel qual caso quale sarebbe, iniziare con il lavoro meticoloso e poi tra qualche anno passare agli automatismi, o al contrario inizialmente favorire gli automatismi e poi quando comunque, anche senza volerlo (ah, ah, ah), sai sempre qualcosa di quello che le tue mani fanno, iniziare a prendere un controllo più consapevole e continuo? Credo dipenda anche dalla personalità e dalla struttura mentale della persona: ci sono persone ad esempio che quando gudano ricordano perfettamente la strada che hanno fatto ecc., altre, come me ad esempio, che riescono a ricordare una strada fatta non prima della 4^/5^ volta che la fanno e non sempre peraltro (mi aiuta ad esempio sbagliarla qualche volta per sapere dove andare senza più dubbi, anche se non saprei descrivere il percorso comunque).
Grazie contributi alla riflessione.