Ieri come sapete è stato il giorno della memoria.
Con l'occasione è stato ripubblicato il libro
Requiem di Terezin in una nuova edizione.
La trama è molto bella, un omaggio alla musica classica. Tratta di musicisti ebrei deportati nei campi di concentramento.
Di seguito una trama più dettagliata.
TramaJosef Bor (Bondy), l'autore, fu testimone della più singolare e drammatica messa in scena di tutto il Novecento.
Un campo di concentramento, Terezín o, in tedesco, Theresienstadt.
Un'orchestra e un coro composti esclusivamente da deportati ebrei, in attesa di essere mandati a morte, e consapevoli di quanto li aspettava.
Come pubblico, oltre ai prigionieri, alti gradi nazisti; qui nel romanzo campeggia tra gli spettatori Adolf Eichmann in persona.
E la musica? Quanto di apparentemente più lontano dalla tradizione ebraica si possa immaginare, il Requiem di Giuseppe Verdi, ispirato alla liturgia cattolica per i defunti e cantato in latino.
Tutto il libro ruota attorno a Rafael Schächter, un giovane musicista internato a Terezín, che aveva fatto di questa rappresentazione una ragione di vita, quella poca che ancora sarebbe riuscito a vivere.
Con un solo pianoforte malconcio e un'unica copia della partitura, che orchestrali e cantanti dovevano imparare a memoria, Schächter aveva messo assieme, nel 1942, uno spettacolo di grande livello e d'inaudita forza simbolica.
«Canteremo ai nazisti quello che non possiamo dire loro»Che dire a mio avviso vale la pena leggerlo!