Grazie, Perfetta. A dire il vero non l'ho suonato così bene. Il brano ha un po' di "difetti" per alcune note che andavano tenute e io non ho tenuto e perché l'ho fatto forse un po' troppo rubato, dando l'impressione a tratti che vado fuori tempo. Non è tanto giusto farlo così perché è un brano dell'700 e non un brano romantico. Ma ho avuto un motivo personale per farlo in questo modo (dovevo suonarlo per un'amica per la quale questo brano è stato importante nell'infanzia e lei, che è una pianista, mi ha detto come piaceva a lei). So questa volta di non aver rispettato in toto il compositore (e so benissimo che la mia insegnante lo vorrebbe invece più barocco), ma in questa occasione mi sono lasciata andare e me lo sono goduto a livello espressivo, nonostante sia stato parecchio difficile per me. L'ultima parte è ancora un po' incasinata.
Per te che suoni da tanti anni non credo sia particolarmente difficile. Io ho cominciato a studiare pianoforte solo 2 anni fa e la mia difficoltà di lettura sia per le note che per il ritmo dei brani è ancora molto limitata.
Diciamo che nella prima fase dello studio, la più pesante, e la più lenta, e la più "snervante" per me, guardo sempre lo spartito finché ho "capito" il pezzo, finché ho messo a posto la diteggiatura e finché sono sicura di quali note bisogna fare. Poi ripeto un dato passaggio difficile tante, tantissime, infinite volte (non sai quanto ho ripetuto il primo trillo!!!); e anche poi l'intero brano, per ore e ore, e finisco per impararlo a memoria. Solo quando l'ho imparato a memoria ho l'impressione di possedere di più il brano e di curare la musica. Guardarmi le mani, vista la mia difficoltà con la lettura e quindi l'estrema facilità con cui mi perdo quando leggo, mi da sicurezza e mi rende più semplice ascoltare dal di dentro la musica che sto suonando.
Devo dire che in questo senso mi sembra di star facendo qualche progresso, perché mentre prima imparavo meccanicamente ora mi sembra che pian piano imparo un po' alla volta le note e non solo il movimento della mano.
Studiare in modo da imparare a memoria, mi consente di curare di più l'espressività e la musicalità che è quello che in realtà mi fa veramente godere durante lo studio. Fra l'altro io non ho una vita davanti per impostare la tecnica come quando si comincia a studiare da piccoli. Questo aspetto della musicalità in me prevale rispetto a tutto il resto, anche perché sono pigra e non mi piace annoiarmi per ore. Ha però anche un limite fare così: se c'è un errore di lettura o di diteggiatura e lo si ripete all'infinto, poi è difficile correggerlo.
Un altro limite è che se non hai notato, per esempio, durante la prima fase di studio, con lo spartito davanti, un forte o uno sforzato o un legato o una nota che deve essere tenuta, non guardando più lo spartito se non quando stai per perderti o non guardarlo per niente non ti permette di rendere il brano esattamente come il compositore lo vuole. Diciamo che si perde da una parte e si guadagna dall'altra. Diciamo che io quando ho finito di capire quali note fare e quale diteggiatura utilizzare e la musica è entrata in me, abbandono completamente lo spartito.
Un altro "errore" che faccio è che prima di cominciare a studiare qualcosa, io ho bisogno di ascoltarlo prima diverse volte (cerco buone interpretazioni su Youtube e le confronto. Questa è per me, un po', la mia "analisi" del brano), perché questo mi da sicurezza. Mi permette, data la mia difficoltà per leggere, di cantare mentre studio per capire meglio quello che sto facendo.