Per me la risposta è “assolutamente sì”.
Il discorso è un po’ controverso perché c’è chi sostiene che invece la tonalità non cambi l’effetto suscitato.
Da un punto di vista tecnico e armonico si può cambiare tonalità senza problemi perché quello che conta è il rapporto delle note che compongono la melodia e degli accordi rispetto alla fondamentale.
In musica leggera e nel jazz, per esempio, è molto frequente trasportare i brani per vari motivi; perché è tecnicamente più semplice, perché ci sono strumenti in tonalità o per andare incontro alle esigenze vocali del/della cantante.
Da un punto di vista emozionale secondo me, però, non è così.
Se consideriamo il fatto che il suono è vibrazione non dobbiamo pensare che siano solo le corde (o la pelle, il legno…) a vibrare ma vibra anche il nostro corpo e a seconda dell’impulso che riceviamo vibriamo in maniera diversa. Non sono un fisico e non sono in grado di supportare questa tesi in maniera scientifica ma penso che le diverse frequenze ci suscitino sensazioni diverse.
Basti pensare alla stessa melodia suonata ad ottave diverse, per esempio partendo da DO2 o DO6. E’ chiaro che pur mantenendo la stessa tonalità l’effetto è diverso.
Mi ricordo che quando avevo studiato l’improvviso n.3 di Schubert il mio maestro mi aveva dato in mano uno spartito in SOLb e uno in SOL; beh, quello in SOL suonava molto peggio